Quarto Stato

Quarto Stato
Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907)

Chioggia.

Chioggia.
Canal Vena, tratto nord ovest.

Ingresso sud

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Vele al terzo

giovedì 30 aprile 2009

1^ maggio


Il Quarto Stato
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Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901.
Opera simbolo del XX secolo, rappresenta lo sciopero dei lavoratori ed è stata eseguita secondo la tecnica divisionista. Non solo raffigura una scena di vita sociale, lo sciopero, ma costituisce un simbolo: il popolo, in cui trova spazio paritario anche una donna con il bambino in braccio, sta avanzando verso la luce, lasciandosi un tramonto alle spalle. Il dipinto è lo sviluppo completo di questo tema, già affrontato dall'artista in dipinti come Ambasciatori della fame, Fiumana e un bozzetto preparatorio del 1898, Il cammino dei lavoratori. La composizione del dipinto è bilanciata nelle forme e movimentata nelle luci, rendendo perfettamente l'idea di una massa in movimento.
Così lo descrive il suo autore: « Siamo in un paese di campagna, sono circa le dieci e mezzo del mattino d'una giornata d'estate, due contadini s'avanzano verso lo spettatore, sono i due designati dall'ordinata massa di contadini che van dietro per perorare presso il Signore la causa comune... »(1892).
È conservato a Milano nel Museo dell'Ottocento della Villa Reale (o Villa Belgiojoso Bonaparte). La versione preliminare, invece, è esposta sempre a Milano presso la Pinacoteca di Brera.
A rendere celebre il dipinto contribuì anche il film Novecento di Bernardo Bertolucci.
È del 2003 il cortometraggio di fiction Il Quarto Stato di Emilio Mandarino che svela lo svolgersi del travagliato percorso creativo del quadro e traccia un breve ritratto storico, umano ed artistico di Giuseppe Pellizza da Volpedo.

A tutti un saluto particolare!

2 commenti:

  1. Grazie, il primo maggio non è una data ma un atto di rispetto e un valore. Ricordo da bimbo un fatto che mi commoveva: vedere nel mio paese persone umili e sempre vestite con i panni della fatica indossare con la miglior cura l'abito buono e infilarsi un rosso garofano all'occhiello. Quelle mani grosse e quei volti neri dal sole esprimono nella mia mente ancor oggi una toccante tenerezza e mi hanno insegnato quanto sia importante e serio lavorare.
    Non credo necessario agitare i "fannulloni" per far rispettare il sudore...

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  2. Complimenti Letizia, Veramente bello il tuo blog.
    Non ne avevo dubbi.
    Ti assomiglia.
    Ciao

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