Quarto Stato

Quarto Stato
Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907)

Chioggia.

Chioggia.
Canal Vena, tratto nord ovest.

Ingresso sud

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Vele al terzo

giovedì 7 maggio 2009

Mario Giordano, 5 in condotta,Milano, Mondadori,2009


Ho già citato Pennac e intendo proporre una serie di schede su libri che parlano della scuola, della nostra scuola, in modo spesso molto crudo e critico. Ora esce Mario Giordano con la sua dura analisi così rcensita: "Il libro nero della scuola italiana - Benvenuti nella scuola italiana, dove gli studenti sono convinti che il Tiepolo sia il fratello di Mammolo, che tra i personaggi dei Promessi sposi ci siano “tre preti: don Abbondio, don Cristoforo, don Rodrigo”. Benvenuti nella scuola che è ultima nei rapporti Ocse per la preparazione degli studenti, che in dieci anni ha promosso 8 milioni di alunni con “lacune gravissime”, che porta in quinta elementare un bambino su due con problemi di lettura e manda all’università giovani convinti che l’ultimo libro della Bibbia sia “La pocalisse”. È la scuola dei mille consulenti e dei mille corsi, quella dove si studiano approfonditamente il benessere, l’arte circense, il suono dei bonghi, persino il pollo al curry, la pesca alla trota e il ritmo del tamburello, ma poi spesso ci si dimentica di insegnare l’aritmetica e l’ortografia. La scuola che cade a pezzi (240 studenti feriti ogni giorno), che si fa soffocare dalla burocrazia (due circolari da leggere in media per ogni giorno di lezione) e a volte dall’ideologia (“I gulag? Un errore di valutazione”). La scuola che ha il record di professori: li paga poco ma non li licenzia mai, nemmeno se si danno malati per andare a lavorare altrove o se vanno in aula per molestare le allieve. La scuola degli sperperi e degli sprechi, dove per trovare un supplente ci vogliono 574 telefonate. “Tutto quello che non so l’ho imparato a scuola” sentenziava Longanesi. Mai è stato vero come oggi. Ma un paese che perde la scommessa dell’educazione è perduto per sempre." Vorrei che la pars destruens finisse qui e che le intelligenze fossero orientate a ricostruire una scuola nuova ed efficace come un paese libero, moderno e democratico esige.
Personalmente mi sento più attratta dalla recente lettura di Tullio De Mauro nella
prefazione al libro di Piero Calamandrei Per la scuola, Sellerio 2008 dove pur presenti le doverose denuncie al sistema e alla gestione delle politiche dell'educazione si lascia percepire una speranza ed una fiducia per la scuola e le sua gente. Io credo nell'educazione permenente e nella continuità senza fine della formazione e voglio, ottimisticamente come dovrebbe fare ogni serio pedagogista, credere che anche queste frustate saranno una importante risorsa. Purtroppo il mercato editoriale premierà 5 in condotta così come ha fatto con Io speriamo me la cavo, ma dovrebbe porsi il serio dubbio se questo è un modo per sostenere il futuro.

1 commento:

  1. Sono d'accordo: si tratta di un libro con diecimila critiche e zero proposte, volto solo a giustificare e difendere i tagli della Gelmini. E pensare che cita anche la grandissima Paola Mastrocola, il cui libro "La scuola raccontata al mio cane" resta il miglior testo esistente sulla scuola.

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